mercoledì 22 giugno 2011

Mense aziendali: meno carne e più uova bio

Da tempo si cerca di inserire dei prodotti più sani e genuini nei pasti delle mense aziendali, ma fino ad oggi i risultati sembrano piuttosto scarsi ed, inoltre, non tutti gli uffici adottano scelte che li portano alla preferenza di cibo davvero legato alla nostra tradizione e non carico di grassi. Il risultato è che, oltre ad ingrassare e a lungo andare accusare disturbi, i dipendenti si appesantiscono troppo e il ritorno al lavoro appare traumatico. Al momento, sembra farsi strada una nuova opzione, che sarebbe quella di introdurre meno carne e più uova bio soprattutto nelle strutture legate alla pubblica amministrazione. Si tratta del “Piano d’azione per la sostenibilità ambientale sui consumi della PA”, con cui  il ministero dell’Ambiente promuove un menu più vegetariano. In tal modo, accoglie anche le richieste della LAV, la Lega Antivivisezione che da tempo chiedeva maggior rispetto per il benessere animale, pure per limitare l’impatto ambientale prodotto dagli allevamenti intensivi. Il documento dovrà essere tradotto in un decreto ministeriale nelle prossime settimane.

Il tutto, ovviamente, seguendo alla lettera le direttive europee e rispettando i criteri legati alla scelta di bene e servizi che non danneggino in alcun modo la natura. Si presterà attenzione, quindi, anche agli incarti oltre che ai prodotti alimentari, tanto per cominciare ma l’elenco è piuttosto lungo. Le società erogatrici dei servizi, dal canto loro, avranno l’obbligo di fornire informazioni su alimentazione, salute e ambiente e ridurre i consumi di carne, pure per limitare l’impatto ambientale che l’allevamento animale causa. Le uova, invece, devono provenire da agricoltura biologica e la quota di uova non bio deve essere acquistata da allevamenti all’aperto. Mai più, quindi, la scelta di quelle provenienti da galline allevate in gabbia, in applicazione alla Direttiva europea 74/1999, che vieta una pratica che fa soffrire gli animali.
Le ditte che rispetteranno tali criteri si aggiudicheranno maggiori punteggi nelle gare di appalto per l’assegnazione di servizi di ristorazione e di fornitura di prodotti alimentari. Molto contente Roberta Bartocci e Paola Segurini del settore Vegetarismo della Lavle quali hanno detto: “I nostri suggerimenti sono stati accolti e questo per noi rappresenta un notevole riconoscimento. Il documento del ministero è un importante strumento per favorire l’adozione di menu vegetariani nella ristorazione collettiva”.





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domenica 12 giugno 2011

In Toscana la pausa pranzo in azienda è bio

mense aziendali1 In Toscana la pausa pranzo in azienda è bioIn Toscana come in tantissime altre regioni italiane, gli abitanti per via del lavoro sono costretti a restare per quasi tutto il giorno fuori casa e a consumare pasti  meno genuini di quelli preparati in casa. Non tutti possono contare sullemense aziendali e anche qui, raramente si presta particolarmente attenzione agli ingredienti utilizzati per le pietanze. Il risultato è l’assunzione smoderata di grassi e l’aumento di peso, la stanchezza nel pomeriggio ed un senso di pesantezza immediata. I cibi super calorici a lungo andare possono risultare anche periocolosi per la salute e queindi è davvero urgente per intervenire e cambiare le cose. Potrebbe, però, essere arrivato il momento di cambiare, grazie ad un provvedimento preso direttamente dalla Regione Toscana. Ha promosso, infatti, il progetto Pranzo sano fuori casa,che sin dall’inizio ha coinvolto le associazioni di categoria del commercio e quelle dei consumatori. Tutti sono contenti della possibilità di cibarsi di prodotti di qualità ed, infatti, tale alternativa sembra già essere un successo.



Le imprese interessate ad associarsi all’iniziativa sono sempre di più, anche perchè non è difficile vedere un futuro roseo dietro. Fino a questo momento, le strutture che hanno confermato la loro presenza sono 420. Tutte quelle già inserite nel progetto hanno iniziato a ricevere il materiale per il proprio esercizio di tale attività. Si va, dunque, dalla vetrofania, al cartello vetrina, alla locandina, fino ai gadget promozionali.Si è quindi già passati alla seconda fase con una campagna dicomunicazione rivolta ai consumatori. Questi ultimi potranno scegliere i ristoranti dove fare un pasto sano, facilmente riconoscibili grazie al logo identificativo della campagna.
L’iniziativa “Pranzo sano fuori casa”, è stata presentata al pubblico nelle scorse ore ed è utile a conciliare lavoro e salute e magari di esempio a molte altre regioni e città del Belpaese. Per controllare le aziende che hanno aderito al progetto, si può visionare l’elenco sul sito della Regione Toscana, nelle pagine dedicate al progetto:http://www.regione.toscana.it/pranzosanofuoricasa